lunedì 29 dicembre 2008

Apprendimento cooperativo in pillole


Il Cooperative Learning in pillole

Che cos’è il Cooperative Learning?
L’espressione non significa genericamente «lavorare in gruppo»: non basta infatti organizzare la classe in gruppi perchè si realizzino le condizioni per un’ efficace collaborazione e per un buon apprendimento. Con Cooperative Learning si fa riferimento ad un insieme di principi, tecniche e metodi di conduzione della classe, in base ai quali gli studenti affrontano l’apprendimento delle discipline curricolari (o altro) lavorando in piccoli gruppi in modo interattivo, responsabile, collaborativo, solidale e ricevendo valutazioni sulla base dei risultati ottenuti.


Approcci diversi e caratteristiche comuni
Molte sono le prospettive teoriche, le indagini, le sperimentazioni che stanno alla base delle procedure di Cooperative Learning. Accenniamo solo ad alcuni importanti pensatori quali J. Dewey, F. Parker, K. Lewin di R. Lippit e M. Deutsch e Allport (teoria del contatto) e Rogers (pearson centered learning) alle radici di questo modo di condurre la classe.
si possono indicare modelli diversi di Cooperative Learning (il «learning together» dei Johnson, il «group investigation» della Sharan, lo «student team learning» di Slavin, lo «structural approach» di Kagan, la «complex instruction» della Cohen…), con aspetti peculiari che li differenziano gli uni dagli altri, ma con un insieme di caratteristiche condivise e fondamentali che ne designano senza alcun dubbio l’appartenenza alla composita famiglia del Cooperative Learning. Quali sono dunque queste caratteristiche?

􀂃 interdipendenza positiva nel gruppo
􀂃 responsabilità indviduale
􀂃 interazione promozionale faccia a faccia
􀂃 importanza delle competenze sociali
􀂃 controllo o revisione (riflessione) del lavoro svolto insieme
􀂃 valutazione individuale e di gruppo
􀂃 piccoli gruppi eterogenei.

Interdipendenza positiva
Significa che all’interno del gruppo di lavoro (da 2 a 4 alunni al massimo), nella classe si è strutturati gli uni agli altri in modo da condividere la responsabilità della riuscita del compito; non c’è successo individuale se il gruppo fallisce, il successo di un alunno non esclude quello degli altri, anzi contribuisce a migliorare il livello del gruppo. Cresce la motivazione a preoccuparsi della qualità dell’apprendimento di ogni compagno nel gruppo e la condivisione della soddisfazione per il successo di ognuno.
Le interdipendenze che possono essere agite nel gruppo sono diverse, qui ricordiamo solo le più importanti:

- interdipendenza di obiettivi: vengono dati obiettivi comuni a tutto il gruppo;
- interdipendenza di compito: si assegnano al gruppo compiti che nessun membro è in grado di eseguire da solo;
- interdipendenza di ruolo: si distribuiscono fra i membri i ruoli necessari ad un buon andamento del gruppo;
- interdipendenza di risorse: i materiali e gli strumenti di lavoro vengono forniti non individualmente ma al gruppo che ne organizza l’utilizzo;
- interdipendenza di ricompensa: risulta molto forte quando il successo di ognuno dipende da quello di ogni altro membro del gruppo e quando la valutazione individuale risente sia della prestazione personale sia della valutazione che viene attribuita alla prestazione del gruppo.

Responsabilità personale
É necessario che l’insegnante organizzi l’attività e la valutazione in modo da attivare tutti i membri del gruppo. É indispensabile quindi alimentare il senso di appartenenza e di interdipendenza positiva fra i membri del gruppo.

Interazione promozionale faccia a faccia
Questa può essere definita approssimativamente come il clima generale di incoraggiamento e di collaborazione che si respira dentro il gruppo di lavoro, cioè la misura non solo reale, ma pure soggettivamente avvertita della fiducia e della disponibilità di ogni membro nei confronti degli altri. Vi concorrono fattori quali: il rispetto reciproco, l’aiuto e l’assistenza fra i membri, lo scambio di informazioni, materiali, feed-back per migliorare le prestazioni successive, le discussioni per giungere ad una migliore comprensione dei contenuti e/o dei problemi, l’impegno nello sforzo di raggiungere gli scopi comuni.

Importanza delle competenze sociali
Gli autori dei vari modelli di Cooperative Learning concordano nel considerare determinanti le competenze sociali ai fini di un buon apprendimento e di una soddisfacente relazione all’interno del gruppo. È compito dell’insegnante di insegnare esplicitamente tali competenze agli alunni. Ma cosa dobbiamo intendere per competenze sociali?

Una competenza sociale è un comportamento che l’alunno e il gruppo devono vivere all’interno della classe per il miglior funzionamento del gruppo stesso: parlare sottovoce, rispettare il turno di parola, dare e chiedere aiuto, rispettare i tempi richiesti, riflettere sul proprio errore, trovare strategie e soluzioni diverse… tutto questo non può essere dato come per scontato o imparato in modo naturale, ma va costruito e insegnato agli alunni. Tali competenze includono l’uso di strategie metacognitive per migliorare la consapevolezza e il controllo delle conoscenze e dei processi per acquisirle.

Controllo o revisione
Gli studenti devono abituarsi, con la guida dell’insegnante, a tenere sotto controllo l’ attività del gruppo in relazione alle competenze sociali che si vogliono esercitare, allo sviluppo dell’interdipendenza positiva, alla realizzazione degli obiettivi conoscitivi e cognitivi legati al lavoro. Si esamina inoltre il processo di apprendimento, ricavando informazioni utili dall’esperienza effettuata e facendo ipotesi su come eventualmente migliorarla in seguito. Questa riflessione – revisione che può esser condotta in itinere e/o alla fine di ogni attività si è dimostrata una variabile importante nel miglioramento dei risultati.



Riferimenti bibliografici minimi
M.Comoglio, Verso una definizione del Cooperative Learning in «Animazione Sociale» n. 4/1996
1 D.W. Johnson e R.T. Johnson, Apprendimento Cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento, Erickson, Trento 1996
11 Y.Sharan e S Sharan, Gli alunni fanno ricerca, Erickson, Trento 1998
E.G. Cohen, Organizzare i gruppi cooperativi, Erickson, Trento

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.